La Dieta Mediterranea

IL TIPO DI DIETA CHE PROPONGO

Dott.ssa Emiliana Brandi, Biologa Nutrizionista a Como, Cadorago

La dieta che propongo è la dieta mediterranea, unica dieta con innumerevoli evidenze scientifiche, che garantisce non solo il ritorno ad un peso forma ma anche protezione nei confronti di malattie cardiovascolari. Non vi farò perdere 7 chili in 7 giorni con diete drastiche, squilibrate e da fame: il nostro corpo è una macchina perfetta e creata per vivere e quando si trova in situazioni di scarsità di introiti energetici rallenta il metabolismo e tenderà a riassicurarsi tutte le riserve perse non appena interrompete la dieta, tanto più con gli interessi.

Una dieta troppo drastica vi farà inoltre perdere anche massa muscolare, oltre che massa grassa, ma quando riprenderete il peso perso riacquisterete solo grasso, peggiorando la vostra composizione corporea e determinando un rallentamento del metabolismo.

Vi farò perdere il peso giusto in un arco di tempo ragionevole tale da non costringervi a mettere un lucchetto al frigorifero ma soprattutto per fare in modo che il vostro organismo non lo veda come uno stress evitando il riacquisto dei chili persi, persino durante gli strappi alla regola.

Dieta Mediterranea come Modello Nutrizionale e come Stile di Vita

La dieta mediterranea è oltre che un modello nutrizionale, un vero e proprio stile di vita, che unisce la sana alimentazione, alla vita attiva e alla convivialità, tutte caratteristiche che sono patrimonio del modo di vivere dei popoli dell’area mediterranea.

Il regime alimentare si fonda su alimenti quali cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva (grasso insaturo), rispetto ad un più raro uso di carni rosse e grassi animali (grassi saturi), mentre presenta un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso, dolci.

E’ stato il fisiologo americano Ancel Keys a decretarne il valore in uno studio multicentrico durato 50 anni, che ha interessato sette paesi nel mondo, che è stato pensato ed organizzato nel nostro Paese.

Di seguito la testimonianza di uno dei collaboratori di Ancel Keys, Mario Mancini, Professore emerito di Clinica Medica presso Università Federico II di Napoli, che ben rappresenta la storia della dieta mediterranea.

Keys organizzò proprio a Napoli nel 1954 un incontro di studiosi provenienti da varie parti del mondo, per discutere e progettare una ricerca epidemiologica multicentrica finalizzata a dimostrare scientificamente la sua ipotesi sulle cause nutrizionali e metaboliche dell’infarto miocardico nell’uomo. Ebbe così inizio l’ormai famoso Seven Countries Study. 

Keys decise infatti di esaminare e confrontare campioni di sette popolazioni diverse per localizzazione geografica, abitudini alimentari e frequenza di malattie coronariche: USA, Finlandia, Paesi Bassi, Italia, Jugoslavia, Grecia e il lontano Giappone. Si organizzò, nell’autunno del 1957, uno studio pilota a Nicotera, cittadina della Calabria, dove fui coinvolto in un team internazionale diretto da Ancel Keys con la consulenza di P.D. White e N. Kimura, il più noto cardiologo giapponese dell’epoca.

Furono invitati, per una visita medica, un esame elettrocardiografico ed un prelievo di sangue, tutti gli uomini, tra i 40 e i 59 anni, iscritti nelle liste elettorali del Comune di Nicotera. In un sottogruppo furono anche raccolte le varie vivande consumate da singole persone, in un’intera settimana, per l’analisi degli alimenti consumati abitualmente: la prima analisi chimica della dieta mediterranea.

L’esperimento epidemiologico riuscì alla perfezione: in poco più di un mese, furono esaminate oltre il 95 % delle persone invitate, con la conferma, a quel tempo, nel nostro meridione, della rarità delle malattie coronariche, di una colesterolemia media di circa 150 mg/dl e del basso consumo abituale di grassi saturi. Si poteva dunque partire con il confronto internazionale, applicando, nei sette Paesi prescelti, gli stessi metodi d’indagine già messi alla prova e ripetendoli poi ogni cinque anni.

I risultati definitivi sono stati pubblicati in un’ampia e ben documentata monografia nel 1980. Keys poteva ora offrire alla comunità scientifica e al mondo intero una prova convincente della sua originale ipotesi lipidica dell’infarto miocardico. Stati Uniti, Paesi Bassi e soprattutto Finlandia, con la più alta mortalità coronarica in dieci anni di osservazione, risultarono avere i più alti consumi alimentari di grassi saturi e la colesterolemia più elevata. I Paesi esaminati nell’area mediterranea mostrarono più bassa mortalità coronarica, bassi consumi di grassi saturi e colesterolemia media al di sotto dei 200 mg/dl. 

Dieta Mediterranea come Patrimonio

La Dieta Mediterranea, è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo.

È con queste motivazioni che, nel novembre 2010, la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Un patrimonio che riunisce le abitudini alimentari dei popoli del bacino del Mar Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia, Marocco, Portogallo, Croazia e Cipro), consolidate nel corso dei secoli e rimaste pressoché immutate fino agli anni Cinquanta, e che va ben oltre una semplice lista di alimenti ma riguarda la cultura di vita, le pratiche sociali, tradizionali e agricole.

La Dieta Mediterranea è, come suggerisce l’etimologia della parola (dal greco diaita, modo di vivere), uno stile di vita, un modus vivendi, un elemento relazionale e culturale che rafforza il senso di appartenenza e di condivisione tra i popoli che vivono nel bacino del Mediterraneo. Perché il “mangiare insieme”, tipico della Dieta Mediterranea, non significa semplicemente consumare un pasto ma vuol dire rafforzare il fondamento delle relazioni interpersonali, promuovere il dialogo e la creatività, tramandare l’identità e i valori delle comunità.

Altri Vantaggi della Dieta Mediterranea

Pane, pasta, verdure, legumi, frutta fresca e secca, ma anche carni bianche, pesce, latticini, uova, olio d’oliva e vino sono gli alimenti alla base della Dieta Mediterranea. Un modello alimentare sano ed equilibrato fondato prevalentemente su cibi di origine vegetale e sul loro consumo diversificato e bilanciato, che viene tramandato di generazione in generazione in sette diversi Paesi affacciati sul “Mare Nostrum”. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato inoltre che la Dieta Mediterranea è una dieta salubre che aiuta a prevenire le principali malattie croniche come patologie cardiovascolari, diabete, bulimia e obesità e, grazie al potere al potere antiossidante dell’olio d’oliva unito al consumo di verdure, un mezzo importante nella prevenzione dei tumori.

Ma la Dieta Mediterranea, schematizzata dai nutrizionisti utilizzando la piramide alimentare, non ha solo una valenza nutrizionale, sociale e culturale. Grazie all’impiego di risorse naturali e di emissioni di gas serra poco intensivo (perché basata prevalentemente su alimenti vegetali), al rispetto della stagionalità dei prodotti, del territorio e della biodiversità (attraverso semine diverse e alla rotazione delle colture), la Dieta Mediterranea garantisce l’equilibrio tra la natura e l’uomo e il rinnovarsi delle risorse. È, in poche parole, un modello di dieta salubre sostenibile, uno dei modelli alimentari più sostenibili sia per l’ambiente che per la salute (www.dietamedunesco.it)